Manfredi: “I fondi per investire sulle università del meridione ci sono”

Manfredi: “I fondi per investire sulle università del meridione ci sono”

27 Luglio 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

In un’intervista al Messaggero, il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi ha parlato di città del Sud che riescono a trattenere i propri studenti «Penso alla Campania dove ci sono diverse università che continuano a registrare un alto numero di iscritti, come ad esempio la Federico II di Napoli e l’Università di Salerno. Ma in generale per il Meridione è necessario intervenire”. Per quanto riguarda le dichiarazioni della ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli riguardo il destinare il 40% dei fondi del Recovery fund al Sud (circa 83 miliardi) Manfredi aggiunge che arriveranno soldi anche alle università del Meridione: “Sì, certo. I fondi per investire sulle università del meridione ci sono: dal piano per il Sud alle risorse che arriveranno appunto dal Recovery fund. Sono investimenti necessari per le regioni del Sud e per potenziare ricerca e sistema universitario”. “Dobbiamo avviare un miglioramento dell’offerta formativa – prosegue – incentivando le attività legate al mondo del lavoro, potenziando il placement. Mi riferisco ad un preciso progetto per allargare e rafforzare i poli di università, ricerca e imprese, andando cosi’ a creare degli ecosistemi di innovazione e formazione. L’obiettivo e’ dare agli studenti una formazione che sia sempre più’ di qualità: abbiamo già importanti e valide esperienze al Sud, che e’ importante incrementare e diffondere per far si’ che questa formazione specializzata resti poi nei territori e nelle imprese del Sud. O meglio, per far sì che si scelga un ateneo del Sud per studiare ma che, magari, si possa rimanere nello stesso territorio anche per avviare una carriera lavorativa. Così si inverte la rotta”.
“I settori altamente qualificati nel Sud, che già esistono e vanno potenziati – conclude -, sono il digitale e la tecnologia Green, il settore automobilistico e l’aerospaziale, i beni culturali e la biomedicina. Oltre al settore dell’agroalimentare. Dobbiamo fare in modo che le università del Sud diventino appetibili per gli studenti del Nord ma anche per gli stranieri”, “mancano i servizi. Gli studenti abituati a viaggiare, sono anche abituati ad un livello di servizi molto alto. In sostanza: dobbiamo creare una rete di alloggi nei campus universitari che possa rispondere a queste esigenze di accoglienza e residenzialità. Dobbiamo puntare sul diritto allo studio per attrarre gli studenti internazionali”.