Rapporto annuale Istat: le disuguaglianze sono aumentate

Rapporto annuale Istat: le disuguaglianze sono aumentate

4 Luglio 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

La ventottesima edizione del Rapporto Annuale Istat sulla situazione del Paese esamina lo scenario creatosi col dilagare dell’emergenza sanitaria e verifica gli effetti sulla società e sull’economia dell’Italia.

Per quello che riguarda le disuguaglianze, «Sul fronte sia della povertà assoluta che delle disuguaglianze nel mercato del lavoro, l’Italia è entrata nell’emergenza COVID-19 dopo aver vissuto un periodo di costante peggioramento della situazione» ci dice il rapporto. «Basti ricordare come, a seguito della crisi del 2008-2009, l’incidenza della povertà assoluta sia raddoppiata nel 2012, triplicandosi per bambini e giovani, e peggiorando ulteriormente nel Mezzogiorno e per le famiglie operaie e con capo famiglia disoccupato. Da quel momento in poi il livello non si è più ridotto fino al 2019, allorché l’incidenza tra le famiglie è passata dal 7,0 per cento del 2018 al 6,4 per cento e quella individuale dall’8,4 al 7,7 per cento. Restando tuttavia ben lontana dai valori precedenti il 2012».

Sembra che le disuguaglianze siano aumentate anche nel mercato del lavoro: « Sotto il profilo delle performance occupazionali, gli uomini, i giovani di 25-34 anni, il Mezzogiorno e i meno istruiti non hanno ancora recuperato i livelli e i tassi di occupazione del 2008. Inoltre, mentre la crisi partita allora ha interessato soprattutto i settori ad alta presenza maschile, oggi le criticità maggiori stanno investendo i servizi, e in particolare il turismo e la ristorazione; ambiti più connotati da una presenza femminile, spesso precaria e irregolare. Si aggiunga poi che la crescita del part time involontario, così come della segregazione di genere delle professioni, contribuiscono a disegnare un quadro diseguale che penalizza maggiormente giovani, donne e Mezzogiorno».

«Nella difficile situazione economica generata dalle misure di contrasto alla pandemia, la presenza di una consistente porzione di occupazione non regolare rappresenta un ulteriore fattore di fragilità per molte famiglie. Si stima che siano circa 2,1 milioni le famiglie dove è presente almeno un occupato irregolare – oltre 6 milioni di individui – e la metà di esse include esclusiva-mente occupati non regolari» afferma amaramente il report.