Fase 3: una cooperativa su tre è in crisi liquidità
24 Giugno 2020Quasi 1 cooperativa su 3 (32%) prevede una mancanza di liquidità per fare fronte a spese e impegni nel 2020 a causa della difficile ripartenza nella Fase 3 dell’emergenza coronavirus dopo il lungo periodo di lockdown che ha azzerato lavoro e incassi. È quanto emerge da una elaborazione dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Istat in riferimento alle misure di rilancio dell’economia italiana allo studio del Governo: dal taglio dell’Iva ai bonus edilizi e familiari.
«Serve subito una robusta iniezione di liquidità – spiega Uecoop – perché l’intero sistema produttivo possa ripartire in tutto il Paese. Fra le imprese cooperative in crisi di liquidità il 70% riguarda quelle che si occupano di edilizia, vigilanza e assistenza, mentre il resto è concentrato fra chi lavora con la Pubblica Amministrazione con una parte di realtà più piccole che operano nel settore agroalimentare».
«Per resistere alla crisi – evidenzia Uecoop – le imprese stanno tentando di riorganizzare spazi e orari di lavoro, cercando di aprire anche nuovi mercati grazie all’on line, con negozi virtuali dove presentare la propria attività, contattare i clienti, tenere i rapporti con i fornitori e pianificare il lavoro di soci e dipendenti. Purtroppo però, considerata la complessità della situazione che si è venuta a creare, tutto questo non basta e serve una spinta a livello nazionale che guardi sia alle risorse che alla facilità di accedervi considerato che – denuncia Uecoop – nell’ultimo anno è aumentato del +26,5% il peso della burocrazia sul lavoro delle imprese. Un peso non più sopportabile per le imprese e lavoratori soprattutto in un momento delicato come quello dell’emergenza coronavirus».
«Per la competitività delle imprese e per una vera ripartenza del Paese è necessario – sottolinea Uecoop – alleggerire il carico burocratico che rallenta l’attività e quindi la reattività del sistema produttivo come si è visto con i ritardi registrati sulle misure che il Governo ha varato in materia di liquidità e cassa integrazione. Per questo – prosegue Uecoop – è necessario incrementare i fondi statali per assicurare la liquidità a comuni, province e regioni migliorando ancora di più i tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione per non mettere a repentaglio i bilanci delle imprese e i posti di lavoro».
«Una situazione che frena la capacità di ripartire in un momento in cui il Paese – continua Uecoop – ha bisogno di servizi sempre più qualificati e allargati all’intera comunità: dalla sanità ai trasporti, dall’assistenza agli anziani e alle persone con problemi di inclusione, fino ai i servizi educativi e scolastici. Ambiti in cui – conclude Uecoop – operano già migliaia di cooperative sociali che supportano le necessità di oltre 7milioni di famiglie e che, nonostante la pandemia da coronavirus, hanno continuato a prendersi cura degli anziani e dei soggetti più deboli anche in collaborazione con gli enti locali».