Corte giustizia UE: Italia prima per condanne

Corte giustizia UE: Italia prima per condanne

22 Giugno 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

Il rapporto 2019 della Corte di giustizia UE ci mostra che l’Italia guida la classifica delle nazioni con più condanne per infrazioni di regole comunitarie (in particolare 6, su un totale di 35), seguita da Germania e Polonia (3 per entrambe).

Pendono sulla nostra testa ancora 83 procedure aperte. Le 6 sentenze toccano temi come appalti, xylella e dazi.
Nel 2019, la Corte di giustizia dell’Unione europea si è pronunciata su 1.739 dei 1905 totali arrivati nelle aule di Lussemburgo. Proprio nel rapporto del 2019, il primo elemento che emerge (come riportato da Il Sole 24 ORE) è una velocizzazione di tempi medi di giudizio, vale a dire 15,9 mesi a fronte dei 18 del 2018. Ma un acceleramento ancora più importante se si “pesano” le tematiche su cui la Corte ha dovuto pronunciarsi; tematiche sempre più complesse, dai migranti all’ambiente, dal rispetto delle rule of law ai diritti dei consumatori e dei passeggeri, e via discorrendo.

Nell’esame dell’attività della Corte, per i rinvii pregiudiziali (presentati da giudici nazionali per ottenere l’interpretazione del diritto Ue o un accertamento di validità degli atti) sono Italia, Germania e Spagna a rivolgersi con maggiore frequenza a Lussemburgo. La Germania in testa con 114 rinvii, seguita da Italia (70) e Spagna (68). Sui ricorsi per inadempimento la Corte ha adottato 35 sentenze (nel 2018 furono 57), fra cui le 6 all’Italia di cui si parlava prima. Tra esse (sempre come riportato da Il Sole 24 ORE), la violazione delle regole sulle discariche dei rifiuti (causa C-498/17), la violazione di norme sugli appalti pubblici (causa C-526/17), la sentenza sul mancato adempimento alle norme decise dalla Commissione europea per contenere e combattere la Xylella (causa C-443/18), la mancata trasmissione dei programmi di smaltimento di rifiuti radioattivi (causa C-434/18) e un caso sui dazi doganali (C-304/18). L’ultima sentenza, a inizio 2020, sui ritardi di pagamento per transazioni commerciali in cui debitore sia una PA (causa C-122/18).
Le questioni ancora in sospeso per l’Italia sono ancora 83, di cui 68 per violazione diritto UE e 15 per mancato recepimento di direttive.

Redazione