Museo «Etruschi di Frontiera», al via la mostra «L’eleganza del cigno»
19 Giugno 2020Venerdì 19 giugno alle ore 18 il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano “Gli Etruschi di frontiera”, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, presenta al pubblico un contesto funerario di eccezionale rilievo, portato in luce a Pontecagnano nello scorso mese di febbraio.
La sepoltura, risalente alla metà del VI secolo a.C., appartiene ad una tipologia piuttosto rara a Pontecagnano – quella delle cosiddette “tombe a cubo” -, ben documentate in altri luoghi della Campania antica, caratterizzate da un grande vaso contenenti le ossa combuste del defunto, posto all’interno di un blocco lapideo. Nel caso del recentissimo rinvenimento di Pontecagnano, il cinerario è costituito da un pregevole cratere di importazione corinzia decorato con eleganti figure di animali: cigni, pantere e cervi. L’adozione dell’incinerazione rappresenta di per sé un elemento di distinzione rispetto al più diffuso rituale dell’inumazione. Ulteriori segni di prestigio sono costituiti dalla struttura della tomba, riservata di norma ad individui di rango sociale privilegiato, e dalla forma del vaso utilizzato come cinerario, il cratere, vaso da vino per eccellenza che viene ad assumere in questo tipo di contesti un doppio significato simbolico: quello che allude alla trasformazione del mosto in vino attraverso la fermentazione e quello che evoca, tramite la cremazione, il passaggio dalla condizione mortale all’immortalità.
Anche in questa occasione il ricco patrimonio archeologico della città, in gran parte custodito ancora nel sottosuolo, e la possibilità di esposizione immediata al MAP, hanno consentito in tempi molto rapidi di portare le nuove scoperte dallo scavo alla fruizione di pubblico e visitatori.
La mostra sarà inaugurata alle ore 18,00 con l’illustrazione dei rinvenimenti da parte del direttore del Museo e membro del comitato scientifico della Fondazione Picentia, Gina Tomay, e di Daniela Citro, archeologa che ha seguito i lavori di scavo, e sarà visitabile fino al 27 settembre.