Non mancano medici, mancano specialisti

Non mancano medici, mancano specialisti

1 Giugno 2020 0 Di Arianna Bruno

Stop all’imbuto formativo: è il grido di migliaia di giovani medici, i famosi “camici grigi”, in cerca di un futuro e della possibilità di completare la loro formazione post-laurea.

La mobilitazione permanente, iniziata del 27 Maggio a Roma, seguita il 29 Maggio da manifestazioni in tutta Italia, sta avendo rilevanza a livello nazionale e internazionale ed è il primo passo mosso insieme da tutti i medici italiani verso una riforma strutturale che deve riguardare tutta la Sanità.

Non si tratta solo di abolire l’imbuto formativo, ma di garantire le cure adeguate a tutti i cittadini italiani.
Si tratta di rinnovare strategicamente il personale sanitario e di garantire dunque un’adeguata formazione mirata alla tutela della salute pubblica.

Attraverso il Decreto Rilancio sono state infatti finanziate 4200 borse in più rispetto allo scorso anno. Sembrerebbe un risultato importante, se non fosse per il fatto che da quest’anno è entrata in vigore la laurea abilitante e dunque al prossimo concorso fissato dal Ministero il giorno 22 Settembre, parteciperanno circa 26000 aspiranti borsisti e saranno circa 13000 i posti disponibili.
In pratica non è cambiato nulla! La situazione continua ad essere paradossale e drammatica!

Vista l’emergenza, durante la quale è stata dimostrata una grave carenza di personale, testimoniata anche dai bandi di reclutamento per medici, emanati dalla Protezione Civile e dall’Esercito, con Regioni che richiamano colleghi in pensione per mancanza di organico, ci si aspettava un investimento importante per la Sanità, un piano che potesse finalmente cambiare una situazione che ormai va avanti da anni e a cui non è mai stata trovata, o voluta trovare, una soluzione. La questione è dunque di tipo politico-economico: le borse sono infatti finanziate per la maggior parte dal Ministero della Salute (a queste si sommano quelle finanziate dalle Regioni, su cui si sta facendo pressione ormai da giorni).

Si tratta allora dell’occasione decisiva in cui capire una volta per tutte che in questo Paese bisogna investire sui giovani medici, che vogliono essere al centro di questa riforma.
Dobbiamo avere rispetto non solo dei professionisti della salute ma anche e soprattutto dei cittadini e quindi capite che non dobbiamo e non possiamo essere abbandonati dal nostro Sistema Sanitario Nazionale

È un problema che riguarda tutti e che merita l’attenzione di tutti!

Dunque serve una riforma del sistema di accesso alle scuole di specializzazione: il test deve servire per il collocamento, garantendo così un rapporto borsa:specializzando = 1:1, senza dimenticare la riassegnazione delle borse perse ogni anno per abbandono da parte degli specializzandi.
Necessario deve essere, in questo contesto, il coinvolgimento degli ospedali del territorio, non solo di quelli universitari, con conseguente rotazione fra gli ospedali, così da equiparare il livello di preparazione e formazione del Medico.
Importante è inoltre la rivalutazione del monte ore degli specializzandi, che arrivano a sostenere giornate di lavoro spaventose, anche di 12 ore al giorno per almeno 5 giorni a settimana, senza contare le guardie mensili e con lo stipendio di 38 ore settimanali.
Infine si deve assolutamente valorizzare e aumentare i posti al concorso per la medicina generale, così da creare una rete sul territorio più valida, e limitare il sovraccarico degli ospedali.

Ci si chiede allora perché davanti a una situazione come questa bisogna rimanere indifferenti ancora una volta, anche dopo un’emergenza così importante come quella che abbiamo vissuto negli ultimi mesi?
Stavolta è una battaglia che possiamo e dobbiamo vincere. Non bisogna fermarsi finché l’obiettivo non sarà raggiunto. Non è più il tempo delle promesse! Non ci devono essere attese o ripensamenti!
E tutti devono esserne a conoscenza. La Sanità ha bisogno di specialisti!
Noi vogliamo dare il nostro contributo al nostro Paese: è giunta l’ora di essere ascoltati e di far valere la nostra professionalità.

 

di Mario Passaro