Campania, riparte il turismo: il piano per la sicurezza

Campania, riparte il turismo: il piano per la sicurezza

26 Maggio 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

Orazio, riferendosi all’allegato n.1 dell’ordinanza della Regione Campania n.51 del 24 maggio 2020 chiamata a far ripartire il turismo e contenente i protocolli di sicurezza per le strutture ricettive, commenterebbe, sarcasticamente, che la montagna ha partorito un topolino. È così? Più o meno.

Se da una parte è, infatti, vero che le disposizioni e i consigli contenuti nel nuovo dispositivo normativo ripercorrono solchi già tracciati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, da tutt’altra parte, invece, è da ritenere che tale prospettiva non tiene conto degli effetti (inconsapevoli?) che queste hanno avuto, o potrebbero avere, sul settore economico della ricettività.

È balzato alla cronaca lo scambio di battute tra il Presidente di Federalberghi provinciale Gagliano e l’imprenditore cilentano Sansiviero, che per Federalberghi ha ricoperto, tra l’altro, il ruolo di vicepresidente per diversi anni. Le preoccupazioni del primo per i dati allarmanti sul turismo che prevedono la non riapertura per centinaia di strutture ricettive sparse da Positano a Sapri che si contrappone all’ottimismo del secondo, sempre più convinto delle potenzialità del territorio in questa fase.

Chi ha ragione? Difficile dirlo. Che il sentiment più o meno diffuso tra gli imprenditori sia quello della preoccupazione e dell’incertezza è un dato di fatto. Sebbene il settore alberghiero registri un calo preoccupante di riaperture quello dell’exralberghiero riporta numeri che sembrano un vero e proprio bollettino di guerra. In tanti, infatti, spinti anche dal conforto di qualche stabile seconda entrata, hanno deciso di chiudere battenti. Qualcuno potrebbe dire: poca cosa. Questo aspetto, però, assume un enorme significato se si considerano i piccoli territori dell’interno in cui tali strutture, seppur piccole, rappresentano l’unico e forse ultimo hotspot turistico-sociale.

Osservando l’altro lato della medaglia si dovrebbe anche considerare che negli ultimi anni la proliferazione incontrollata di B&B e strutture ricettive extralberghiere in generale si sia progressivamente adagiata su esigenze prettamente economico-mercantilistiche più che dirette al reale sviluppo di una nuova ospitalità. La non riapertura acquisterebbe, conseguentemente, le caratteristiche di una inesorabile selezione naturale.

Cosa c’entra tutto questo con l’allegato di un’ordinanza regionale? Forse nulla ma, forse, tutto! Il dietrofront di qualche piccolo operatore dell’ospitalità extralberghiera è, magari, il segnale che si stia colmando, finalmente, il vuoto informativo che contribuiva ad alimentare incertezze e paure. Timorosi? Forse. Vigliacchi? Anche no!

Chi possiede una struttura ricettiva sa cosa significhi la parola riapertura e sa cosa vuol dire investire tempo e risparmi scommettendo sulla buona riuscita della stagione estiva. Se questa scommessa già in tempi normali risultava rischiosa, è verosimile pensare che, ora, risulti pressappoco insostenibile. Ma allora cosa cambia? Quali sono le ragioni del ravvedimento? Innanzitutto la certezza normativa. Per mesi abbiamo letto e sentito profezie, diagnosi e cure ma questo non solo non ha risposto ai dubbi e alle incertezze degli attori della ricettività ma ha finito per ingenerare negli stessi ancora più confusione.

Regole chiare, precise, puntuali. Il piano per la ripartenza del turismo risponde in maniera quasi completa ai tanti dubbi. Dal ricevimento alla pulizia, non dimenticando la somministrazione dei pasti e la gestione di un contagio. Qualche obbligo che si trasforma in discrezione. Probabilmente qualche dubbio resta e sarà oggetto di chiarimenti da parte delle istituzioni e noi nelle prossime ore cercheremo di approfondire qualche contenuto di quelle venti pagine.

Turismo: le slide con il protocollo di sicurezza in pillole

turismo slide 7

 

di Saverio Principe