Lockdown e fase 2: quattro giovani lavoratori a confronto
12 Maggio 2020Nei giorni scorsi abbiamo ascoltato quattro ragazzi universitari parlarci di come stessero vivendo il periodo di lockdown fra didattica online e studio, con cenni anche a possibili rivoluzioni digitali. Spostiamo ora l’attenzione sul lavoro, dando voce a quattro giovani lavoratori, riportando le loro riflessioni su quanto accaduto e su come le aziende per le quali lavorano si sono mosse.
LUCA
-Mi chiamo Luca, ho 20 anni e vivo a Salerno. Dal 20 dicembre sono un dipendente Enel, con un contratto di apprendistato, 3 anni di durata. Il contratto è da apprendistato poiché, oltre al lavoro sul campo (affiancati da colleghi più esperti), svolgiamo anche una vera e propria formazione in un campo d’addestramento. Per quel che concerne questa seconda attività, c’è stato uno stop forzato, ovviamente causa Covid-19. Abbiamo perciò proseguito le lezioni formative online, alternando una settimana di lavoro pratico a una settimana di videolezioni. Ciò per ridurre l’impiego di personale ed evitare di poter essere complici di esplosioni di contagio. Non ho subìto riduzioni di stipendio. I miei colleghi più esperti hanno addirittura ricevuto un bonus, simbolo di riconoscimento dell’impegno in un periodo così delicato. Noi infatti, non potevamo permetterci di interrompere i nostri servizi, per ovvi motivi. In sostanza, posso dire di essere stato “fortunato” durante questa fase in cui tante persone hanno vissuto immense difficoltà.
SILVIO
-Mi chiamo Silvio, ho 21 anni e abito a Pontecagnano Faiano (SA). Ho iniziato a lavorare il 1° aprile 2019. All’inizio, data la coincidenza col giorno, credevo fosse uno scherzo. Ritornando seri, lavoro presso Electra SPA, un vasto rivenditore di materiale elettrico, sia al dettaglio, sia online. Per quel che riguarda questo secondo aspetto, è nata un’affiliazione con un altro rivenditore online allo scopo di migliorare l’efficienza e ampliare il catalogo dei prodotti acquistabili. Godo di un contratto da tirocinante della durata di sei mesi, rinnovatomi una volta, per un totale quindi di un anno di copertura, terminata il 31 marzo 2020. In realtà però, noi tirocinanti abbiamo smesso di lavorare il 5 marzo 2020, causa Covid-19, per evitare di affollare i magazzini. Lo stipendio mi è stato regolarmente garantito, cosa che ho apprezzato in quanto segno di stabilità economica e premio per l’impegno profuso. L’azienda non ha chiuso durante il lockdown, ma sono stati adottati cambiamenti, fra i quali il più simbolico che mi viene in mente è che potranno entrare massimo tre clienti per volta. Su un piano personale, la mia situazione è ancora in fase di stallo, poiché come ho detto il mio contratto è scaduto. Ma capisco che questa sia una fase di transizione. Mi aspettavo di vivere un po’ peggio questa quarantena, ma questo non va a intaccare la mia voglia di tornare al lavoro. Ovviamente però, mi auguro innanzitutto che la situazione sanitaria vada migliorando sensibilmente nel prossimo periodo.
SILVANO
-Sono Silvano, ho 20 anni e vivo a Bellizzi (SA). Lavoro al centro commerciale “Maximall” di Pontecagnano Faiano, presso il “Gamestop”, da circa un anno. I centri commerciali credo siano stati i luoghi in cui era più evidente notare i primi timori delle persone. Di fatti, già a fine febbraio, iniziavano a essere frequentati pochissimo, fino ad arrivare a inizio marzo, quando gli scontrini emessi a fine giornata si contavano sulle dita di una mano. Era una situazione desolante, e ci siamo trovati (come tutti) a vivere giorni di incertezza totale per quanto riguardava aperture, chiusure e riaperture. Probabilmente riapriremo il 18 maggio, data in cui riprenderanno il via molte attività. Personalmente, aspetterei un altro po’, poiché credo sia precoce riaprire fra pochi giorni. In ogni caso mi rendo conto che sia necessario ripartire. Spero che economia e sanità riescano ad andare di pari passo.
ALESSANDRO
-Sono Alessandro, ho 20 anni e vivo a Pontecagnano Faiano (SA). Lavoro presso Tecnoprogress, a Eboli (SA), che effettua principalmente costruzioni di macchine industriali e manutenzioni. Il 12 febbraio sono partito per Castelfranco Veneto (TV), per lavoro, per due settimane. Sono tornato a casa prima che la situazione peggiorasse, più o meno a fine febbraio, e una volta tornato a casa ho anticipato la quarantena che tutti abbiamo vissuto. Dal 21 aprile sono tornato qui, in Veneto, dove al momento continuo a lavorare. Mi sembra che qui l’atmosfera, sin da quando sono tornato, non sia così tesa e che la gente riesca a conviverci. Spero in un rientro a casa, è dura restare lontani da casa e con limitazioni, nonostante qualche maggiore concessione.
a cura di Francesco Mazzariello