La paura del virus condiziona le nostre scelte in ambito finanziario?

La paura del virus condiziona le nostre scelte in ambito finanziario?

3 Maggio 2020 0 Di Arianna Bruno

Un importante dato di fatto che emerge dal contesto e che la pandemia ha contribuito a porre in risalto, volendo analizzare lo stato dell’arte anche al di là di ciò che concerne il dibattito di cosa sia effettivamente necessario a sostegno dell’economia nazionale, è l’aspetto psicologico che ne consegue, risultante di una condizione pregressa, che pone le radici in un’Italia diversa, quella della prima Repubblica, quando il “divorzio” tra la Banca d’Italia ed il Tesoro iniziò a prendere forma, portando in auge un’idea diversa di politica monetaria, che avrebbe contribuito alla nascita di questo complesso sistema economico, così distante e asettico rispetto all’idea che la gran parte degli italiani, soprattutto le vecchie generazioni, hanno dello Stato e del ruolo che questo riveste nel mantenimento del controvalore della valuta per tempo vigente.

Proprio dagli anni ’80 in poi, le certezze delle famiglie, lavoratori e imprenditori hanno iniziato lentamente a sgretolarsi, con una costante flessione che vede nei giorni nostri il punto zero, lo spartiacque da cui ripartire o da cui iniziare a costruire un sistema economico europeo che sia fondato su principi diversi.

Anche la tanto auspicata ripresa economica risente di questo aspetto in misura non marginale, essendo l’atavica propensione delle famiglie italiane al risparmio strettamente correlata alla loro percezione del futuro e tanto più incerto quest’ultimo risulti, tanto più la necessità di accantonare percentuali sempre crescenti delle proprie entrate mensili aumenta.

LE FAMIGLIE E LE ATTIVITÀ FINANZIARIE NELL’ERA DELLA PAURA

Più nello specifico, le famiglie italiane possono vantare un impiego totale in attività finanziare di oltre 4.000 miliardi di euro, al netto del controvalore dei beni immobili, che rappresenta secondo ISTAT il 49% della ricchezza lorda, per un totale di oltre 9.000 mld di euro; la correlazione tra l’aspetto psicologico e la propensione al risparmio trova conferma nel fatto che le famiglie con redditi maggiori alla media riservino una percentuale di reddito minore al risparmio rispetto alle famiglie con un reddito medio.

Quindi, parallelamente alla dilagante paura del virus, che può essere indicativamente misurata per mezzo di indicatori di stress come irritabilità, ansia e disturbi del sonno, la paura che più preoccupa ai fini della ripresa dell’economia è l’incertezza nel futuro, il rischio tangibile di non poter riuscire a sopravvivere economicamente: un sondaggio di Cerved rileva che il 40% delle persone ritiene verosimile la possibilità di perdere il proprio lavoro nell’immediato e di dover intaccare i risparmi di una vita per poter far fronte alle spese necessarie e non derogabili.

RIUSCIREMO A CAMBIARE LE NOSTRE SCELTE IN AMBITO FINANZIARIO NEL PROSSIMO FUTURO?

Da una più attenta analisi del patrimonio delle famiglie italiane è possibile intuire che nonostante l’importo sia di considerevole entità, non è facilmente spendibile in situazioni di emergenza e distante dal suo ruolo di “salvagente” da utilizzare all’occorrenza ed in situazioni di necessità; sui capitali investiti nel mercato immobiliare grava un importante rischio liquidità – la sussistenza di una concreta possibilità di non riuscire, in tempi ragionevoli, a rientrare dell’investimento – e le somme in giacenza sui conti correnti non producono nessuna entrata stabile dal momento che gli interessi creditori sono prossimi allo zero. Senza dubbio è possibile asserire che i capitali investiti in azioni, obbligazioni, fondi e più in generale negli strumenti finanziari, offrono una redditività certamente più soddisfacente, riuscendo a integrare entrambe le caratteristiche delle soluzioni precedenti, magari opzionandole tutte e tre, giungendo così ad una sintesi che sia la giusta espressione e delle aspettative e delle necessità delle famiglie italiane.

Pertanto, sebbene l’incertezza nel futuro obblighi le famiglie a propendere verso un risparmio forzato e fai da te, resta di fondamentale importanza la necessità di rivolgere la propria attenzione anche a soluzioni di diversa natura, magari rendendole complementari l’una all’altra.

Dovremmo aspettarci, alla luce di questa realtà ricca di luoghi comuni e di paura, un’importante flessione nella propensione degli italiani verso qualsiasi forma di investimento, essendo l’aspetto psicologico il carburante principale di qualsiasi scelta in ambito finanziario e il risparmio la più grande aspettativa che ognuno di noi ripone nel futuro.

di Giulio Mercurio