#1maggio 2020 dedicato ai lavoratori, eroi dell’emergenza
1 Maggio 2020Si può celebrare il 1 Maggio in piena pandemia?
E cosa c’è da celebrare?
Sono due domande che giustamente ci poniamo a ridosso di questa data simbolica.
In passato gli interrogativi riguardavano il fatto che, mentre si celebrava il lavoro aumentava la disoccupazione o diventava sempre più precario, senza diritti e meno retribuito. Oggi in piena pandemia che abbiamo di fronte: forti limitazioni alle libertà personali,insicurezze e paure,il dolore di tante famiglie di deceduti e tutti noi, gli effetti economici del virus con imprese che chiudono,disoccupati e povertà crescente!
Che senso ha oggi il 1 maggio allora? Sì, ha senso celebrare: nei momenti tragici non possiamo non agganciarci a valori di fondo come la dimensione materiale ed etica del lavoro. Perché? Se con tutte le difficoltà stiamo reagendo positivamente e si comincia ad intravedere una piccola luce, a chi lo dobbiamo? AI tanti lavoratori e lavoratrici della sanità (medici,infermieri e tutto il personale sanitario) compreso quelli che hanno garantito santificazione e pulizia.
Alla Protezione civile e ai suoi volontari e del 118, ai rappresentanti delle forze dell’ordine e dello esercito, a i lavoratori del pubblico impiego. A quelli dei settori cosiddetti essenziali che,a rischio proprio, hanno lavorato per garantire continuità di forniture per non far mancare niente a tutti e tutte noi. A quelli dei trasporti che hanno permesso alle merci di arrivare in tutti i luoghi e a tutte le famiglie o a chi nei supermercati ha rischiato tanto.
Di sicuro ne ho dimenticati tanti: a loro, però, abbiamo il dovere di dedicare questo 1 Maggio, ai loro sacrifici, alla loro disciplina ed al loro senso del dovere, ma anche a quelli che lunedì prossimo riprenderanno il lavoro. Dobbiamo anche dedicarlo a chi ha perso il lavoro e nella crisi sta precipitando in povertà !nuove sfide si aprono in questa fase 2 e vivono in questo 1 maggio. La forza del lavoro e dei suoi valori dovrà guidarci a contrastare ingiustizie,corruttele ad affermare solidarietà e senso civico.
Conosciamo i negativi effetti sulla occupazione soprattutto al Sud: qui la sfida è particolarmente alta e metterà a dura prova la tenuta della unità del Paese e della democrazia liberale!per reggere la sfida occorre cambiare e in profondità.
Deve cambiare la Europa: il suo ruolo nella competizione geopolitica e le sue politiche in maniera rapida.
Deve cambiare l’Italia e il suo ruolo in Europa e nel Mediterraneo, abbandonando le politiche liberiste che tanti danni hanno creato soprattutto ai lavoratori. Bisogna reinventarsi una nuova statualità mettendo al bando le pericolose idee di autonomia differenziata! Un nuovo stato imprenditore capace di trainare la ripresa, come forza motrice per affrontare le sfide del futuro e quelle antiche. Alla qualità del lavoro,al governo delle innovazioni tecnologiche,alla digitalizzazione, ai nuovi campi del sapere e della ricerca,alle sfide ambientali e del clima. Cambiare, quindi, si può e si deve, con coraggio e fiducia e guardando ai tanti giovani italiani sperando che non devono più emigrare dal Sud o dall’Italia. Il lavoro è e sempre sarà la dimensione di libertà e autonoma realizzazione della persona.
Ora più che mai con tanta tristezza dentro W IL 1 MAGGIO!
di Michele Gravano