Corno d’Africa, cambiamenti politici con vista sull’Europa

Corno d’Africa, cambiamenti politici con vista sull’Europa

11 Novembre 2019 0 Di Alessandro Mazzaro

Il Corno d’Africa ha registrato importanti trasformazioni politiche negli ultimi tempi. Per molti anni la regione ha colpito l’opinione pubblica per i titoli di notizie negative. Ma ora qualcosa sta cambiando.

CORNO D’AFRICA: UN’INTRODUZIONE

La regione travagliata del Nord Est africano è costituita da Etiopia, Somalia, Eritrea e Gibuti che ora stanno raffreddando le loro “temperature politiche”, grazie ai recenti accordi che hanno ripristinato le relazioni diplomatiche che in molti interpretano come segnali di una fine dei conflitti.

Etiopia ed Eritrea hanno posto fine ad una tensione diplomatica ventennale ed a combattimenti che hanno visto sospese le relazioni diplomatiche.

Abiy Ahmed, il Primo Ministro dell’Etiopia, da quando è stato eletto ha intensificato la narrativa del cambiamento. In una visita storica nel luglio dello scorso anno, il Primo Ministro ha visitato la capitale eritrea, Asmara, per un vertice bilaterale volto a ristabilire i legami diplomatici tra le due nazioni dopo due decenni di “guerra” e tensioni.

Una settimana dopo, Isaias Afwerki, presidente dell’Eritrea ha visitato Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia, per una storica visita per consolidare la pace in seguito al patto di pace di Asmara.

Anche Gibuti ed Eritrea, inoltre, avevano raffreddato i legami diplomatici dopo che una disputa sul confine aveva portato a brevi scontri militari.

La leadership dell’Etiopia ha dovuto affrontare sfide alimentate dall’intolleranza interetnica delle due principali comunità, ovvero Oromo e Amhara. Il recente cambiamento che ha visto l’Eritrea emergere dall’isolamento diplomatico firmando la dichiarazione di pace con Etiopia, Somalia e Gibuti ha allentato le tensioni (forse definitivamente).

IL RUOLO DELLE GRANDI POTENZE

Nel mezzo della trasformazione nella regione, gli esperti dicono che le grandi potenze del mondo stanno probabilmente progettando cambiamenti nella Regione. La Cina, ad esempio, è arrivata in ritardo nel flettere i suoi muscoli politici e l’influenza nel corno e nelle regioni dell’Africa orientale: una mossa che apparentemente ha fatto sollevare le sopracciglia a livello internazionale. Ma anche se Pechino aumenta la sua influenza in Africa, contando più sui progetti infrastrutturali, gli Stati Uniti d’altra parte sembrano voler contrastare l’influenza cinese e fornire sostegno militare ai paesi in Africa. Pechino ha attualmente una sola base militare all’estero, a Gibuti, ma si ritiene che ne stia pianificando altre, ed è già ben consolidata su un fronte commerciale e di sviluppo in tutta l’Africa.

Inoltre, anche il governo dell’Arabia Saudita, l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto parte delle forze che hanno prodotto la trasformazione nella Regione mentre hanno affrontato la crescente influenza dell’alleanza Turchia-Qatar. Gli analisti politici nella regione credono che i recenti cambiamenti osservati nella regione siano stati innescati dallo “scontro di interesse” di queste grandi potenze.

L’UNIONE EUROPEA

L’Unione Europea ha attuato progetti nel Corno d’Africa principalmente in Somalia, che è sta provando a rialzarsi dopo quasi tre decenni di guerra.

Il Corno d’Africa, inoltre, è stata gravemente colpito da gravi e prolungate crisi umanitarie. Nel giugno di quest’anno, l’Ue ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti del valore di 110,5 milioni di euro.

«Dal 2018 – si legge in una nota – l’UE ha fornito assistenza umanitaria nel Corno d’Africa per un totale di 316,5 milioni di euro». Tali finanziamenti mirano principalmente a «sostenere coloro che sono fuggiti dalle loro case, le fragili comunità ospitanti e coloro che soffrono di catastrofi naturali, in particolare la siccità». La Commissione ha inoltre affermato che il finanziamento è stato assegnato ai seguenti paesi: Somalia (36,5 milioni di euro), Etiopia (31 milioni di euro), Uganda (28,5 milioni di euro), Kenya (13,5 milioni di euro) e Gibuti (1 milione di euro). L’Unione Europa, inoltre, ha avviato vari progetti volti a sostenere questi paesi, con particolare attenzione ai settori dell’agricoltura e dell’istruzione.

In una Regione che ha visto i paesi combattere lungo le linee geografiche, è piuttosto difficile sapere se l’attuale ondata di trasformazione durerà negli anni a venire, anche se molti sperano che tali cambiamenti possano portare il Corno nella nuova era dell’unità regionale e della cooperazione commerciale.

Ahmed Kosar, giornalista keniota di base a Nairobi