La realizzazione del Welfare State e i suoi ostacoli

La realizzazione del Welfare State e i suoi ostacoli

16 Giugno 2021 0 Di Alessandro Mazzaro

Le ragioni che ostacolano la realizzazione del nuovo modello di Welfare society hanno a che fare con le difficoltà di cooperazione tra le tre sfere che lo costituiscono. Per esempio, l’ente amministrativo statale si limita a decidere in autonomia, forte del voto dei cittadini, non chiedendo il parere di chi realmente conosce il territorio e le situazioni più bisognose e non fidandosi dei privati. Le aziende, a loro volta, sono molto orientate a ricercare il profitto e a far quadrare i bilanci, ma poco interessate al supporto che potrebbero dare al volontariato o alle decisioni della Pubblica amministrazione. Il volontariato accetta spesso passivamente i fondi che vengono erogati dal pubblico, senza fornire le corrette informazioni o senza chiedere l’aiuto dei privati, in una sorta di autosufficienza. Esistono anche altre ragioni come:

L‘incapacità dell’apparato burocratico-amministrativo a far fronte ai nuovi compiti;
L’eccessiva diversità dei punti di partenza tra le diverse regioni italiane;
La diffidenza dei cittadini verso questo nuovo modello di welfare basato su un progetto che prevede, attraverso la socializzazione e non attraverso la privatizzazione, una minore presenza dello Stato nell’erogazione dei servizi pubblici.

Il modello futuro di società prospettato dai sostenitori della Welfare society è quello che si snoda attorno a tre sfere di economia:

1) L’economia pubblica, che deve continuare a esercitare un ruolo, perché in certi settori lo Stato è obbligato a mantenere la sua presenza;

2)  L’economia privata, costituita da tutte le imprese che hanno scopi di

profitto;

3) L’economia civile, formata da tutte quelle organizzazioni e imprese che costituiscono il cosiddetto Terzo settore, quali Onlus (associazioni di promozione sociale, fondazioni riconosciute e non riconosciute,cooperative sociali), Comitati etici, Organizzazioni di volontariato e L’impresa non governativa.dei Centri di Servizio per il Volontariato, Organizzazioni native, Enti confessionali, Aziende di Servizi alla Persona, Enti di Patronato degli enti erogativi (Inps, Inail, ecc.), imprese sociali.

Secondo i sostenitori dell’economia civile, l’espressione “Terzo settore tende ad essere equivoca perché lascia intendere che si tratta di un settore residuale, dopo i due settori dello Stato e del mercato. Essi, infatti, ritengono che il settore non profit debba concorrere, assieme agli altri due, alla definizione delle linee d’intervento in campo sociale e assistenziale. Sicuramente in questi ultimi anni il Terzo settore ha mostrato una capacità di operare anche secondo logiche di impresa e ha contribuito all’innalzamento della qualità dei servizi sociali offerti.

Di Emanuela Di Rauso

Bibliografia:

1) Roar Sundby, Arno Heimgartner. The Welfare Society An Aim for Social Development

Lit Verlag, 2016.

2) Alessandro Fabbri Investimento sociale e Welfare Society. La morfogenesi della Croce Rossa Italiana, Franco Angeli 2019.