Tutto quello che c’è da sapere sulle zone istituite

Tutto quello che c’è da sapere sulle zone istituite

5 Novembre 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

Dopo ore di indiscrezioni e ipotesi, ieri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato le misure principali del nuovo Dpcm, che entrerà in vigore venerdì 6 novembre. La tanto attesa istituzione di zone a colori che identificasse il pericolo della situazione corrente è arrivata, seppur con qualche novità rispetto alle supposizoni.

A marzo il premier disse che ci sarebbe stata “l’Italia rossa”. Oggi invece la penisola è divisa in tre colori, dettati dall’analisi di 21 parametri. Il livello di criticità di ogni Regione verrà controllato settimanalmente dall’Istituto superiore di sanità e dal Ministero della Salute, pronto ad intervenire con nuove ordinanze. Per uscire dalla zona rossa o arancione serviranno almeno due settimane in un livello di rischio più basso.

Le zone gialle (a rischio moderato) sono: Abruzzo, Basilicata, Campania (a sopresa), Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto e le province di Trento e Bolzano.

In queste zone ci sarà un coprifuoco dalle 22:00 alle 05:00 (salvo che per esigenze lavorative o per motivi di salute), saranno consentite le attività dei servizi di ristorazione, fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, dalle ore 5.00 fino alle ore 18.00. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Dopo le 18,00 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico. Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, e sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Continuano a essere consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, nei limiti e alle condizioni di cui al periodo precedente. Centri commerciali chiusi nei giorni festivi e pre-festivi, ma rimarranno aperti negozi alimentari, farmacie, parafarmacie ed edicole collocati al loro interno. La capienza dei mezzi pubblici sarà disponibile per il 50% dei posti.; musei e mostre chiuse;  piscine, palestre, teatri, cinema chiusi. Restano aperti i centri sportivi; corner per giochi e bingo in bar e tabaccherie chiusi; consentiti invece gli spostamenti anche fuori Regione, purché le Regioni accanto siano nella stessa zona rischio moderato.

Le zone arancioni (a rischio medio-alto) sono Puglia e Sicilia.

Qui, oltre le disposizioni in vigore anche per le zone gialle, è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita sia dalla regione che tra province e comuni, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per le solite comprovate esigenze. didattica a distanza al 100% per tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Chiuse le università. Bar, ristoranti, locali, pub, gelaterie e pasticcerie chiusi sempre, 7 giorni su 7, ma potranno continuare a vendere cibo da asporto (fino alle 22) o consegnarlo a domicilio. Centri commerciali chiusi nei giorni festivi e pre-festivi, ma rimarranno aperti negozi alimentari, farmacie, parafarmacie ed edicole collocati al loro interno.

Infine, le zone rosse (ad alto rischio): Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta.

Qui, in aggiunta alle disposizioni valide per le zone arancioni, è vietato ogni spostamento anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo che per gli spostamenti motivati dalle comprovate esigenze già citate. Negozi chiusi, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali.

Di Francesco Mazzariello