L’inquinamento delle città italiane
24 Agosto 2020Dall’inizio del 2020 l’Italia è colpita da un grave problema di smog. Per questo in molte grandi città del paese sono scattati divieti di circolazione per i mezzi più inquinanti, e anche limiti al riscaldamento domestico, con l’obiettivo di contrastare l’inquinamento da particolati, le sostanze sospese nell’aria che hanno una dimensione fino a 100 micrometri (i famigerati pm10). Il limite di queste sostanze è stato superato in vari capoluoghi anche a causa come specifica il sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) che effettua un monitoraggio continuo – delle “persistenti condizioni meteo di alta pressione, che favoriscono il ristagno degli inquinanti”.
Roma, Milano, Torino e Bologna sono i capoluoghi più colpiti del momento, ma anche a Firenze e Napoli la situazione è critica, mentre a Genova nel nuovo anno il limite non è ancora stato superato. Anche un ultimo rapporto di Legambiente, pubblicato quasi a fine 2019, fotografava una situazione critica e in peggioramento con Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto che avevano superato i 35 giorni di sforamento consentiti già mesi prima della fine dell’anno.
Chi nasce oggi vivrà due anni in meno a causa dell’inquinamento. L’aspettativa di vita dei bambini di oggi sarà più breve in media di venti mesi a causa dell’aria inquinata. Quello che non è più solo un allarme, ma un dato di fatto è stato pubblicato nel rapporto State of Global Air SOGA 2019 pubblicato in sinergia da alcuni istituti universitari statunitensi. L’inquinamento globale dell’aria ha contribuito a circa un decesso su dieci nel 2017, il che lo rende una causa di morte più grave della malaria e degli incidenti stradali, e paragonabile agli effetti del fumo. Gli effetti più gravi sono concentrati nelle aree dove la tutela ambientale è minore come nell’Asia meridionale: qui l’aspettativa di vita crolla addirittura di trenta mesi, ma anche vita è attesa in calo di 24 mesi. Nel nostro paese come nel resto dei Paesi sviluppati la diminuzione dell’aspettativa di vita è di circa cinque mesi per i rischi connessi a smog e inquinamento. Nel solo 2017 il report stima almeno 30mila decessi per fattori legati all’inquinamento dell’aria. L’inquinamento atmosferico contribuisce a milioni di morti: i 10 paesi con il più alto carico di mortalità sono la Cina e l’India (1,2 milioni), il Pakistan, Indonesia e Bangladesh (123.000), la Nigeria (114.000). Subito dopo vengono gli Stati Uniti (108.000 morti l’anno), Russia (99.000), Brasile (66.000) e Filippine (64.000). Maggiori rischi sono connessi alle polveri sottili: studi scientifici hanno dimostrato che l’esposizione a lungo termine può contribuire alla cardiopatia ischemica, ictus ischemico e cancro del polmone. Ovviamente l’Italia non è immune da questo problema e come mostrano i dati presenta livelli di inquinanti molto più alti che nel resto d’Europa. Nel solo 2017 si stimano in Italia almeno 30mila decessi per sintomatologie collegate all’esposizione alle polveri sottili ultrafini. ’inquinamento atmosferico in Italia ha raggiunto livelli critici soprattutto nei centri urbani a causa delle troppe emissioni di gas di scarico provenienti dai veicoli e dai sistemi di riscaldamento.
La crescente sensibilità sul tema ha già permesso di raggiungere interessanti risultati e, ognuno di noi, può scegliere di fare la differenza adottando scelte sostenibili in grado di ridurre il proprio impatto ambientale, tutelando la natura e la salute. Per capire la situazione dell’“emergenza smog” possiamo sfruttare la tecnologia: l’app Visual Air, infatti, fornisce in tempo reale i livelli di inquinamento atmosferico dell’aria nel mondo. Consultandola si possono vedere subito le zone in cui si registrano i peggiori livelli di inquinamento atmosferico ovvero Pianura Padana e in generale nel nord Italia. A Milano, Frosinone, Padova, Torino e Treviso, i limiti di PM10 nell’aria già 18 volte. La sigla PM10 note come polveri sottili indica un insieme di particelle presenti in atmosfera aventi un peso molecolare inferiore a 10 PM, estremamente dannose per la salute. Una loro eccessiva concentrazione va scongiurata e la legge impone un massimo di 35 giorni all’anno durante i quali una città può superare il limite giornaliero di 50 microgrammi nell’atmosfera. I principali rimedi interessano le maggiori fonti di inquinamento: in molti centri urbani sono già entrate in vigore limitazioni sulla circolazione dei veicoli e sull’uso del riscaldamento. Sul fronte della mobilità sempre più città in Italia stanno creando blocchi emissioni di carbonio, garantendo anche un risparmio economico, grazie ai vantaggi fiscali e al risparmio sui consumi. Per chi non può sostituire la propria auto la soluzione è il car sharing: sono sempre più frequenti i servizi che mettono a disposizione delle auto in condivisione, un’ottima soluzione green. Si tratta di veicoli elettrici, ibridi o a basse emissioni di CO2 che permette di ridurre il traffico cittadino. Infine si può scegliere di muoverci sfruttando i mezzi pubblici, evitando di prendere la propria automobile per ogni spostamento. A beneficiarne non sarà solo l’ambiente: avrete del tempo libero per leggere un libro o distrarvi e vi farà evitare lo stress della guida e del parcheggio nell’ora di punta. La fonte principale dell’inquinamento urbano proviene dal riscaldamento domestico, responsabile del 60% di emissioni di polveri sottili. La maggior parte delle abitazioni di città sistemi di riscaldamento obsoleti ma, essendo spesso edifici datati, disperdono molto calore. Un primo passo da fare per ridurre i consumi, senza rinunciare al riscaldamento, è la scelta di una caldaia all’avanguardia, come quella a condensazione, che vada a rinnovare quelle obsolete. La lotta agli sprechi, in termini di riscaldamento domestico rimane la strategia migliore.
L’inquinamento delle città è aumentato dell’8% a livello globale negli ultimi cinque anni, con pericolose conseguenze sulla salute delle persone: sono questi i nuovi dati provenienti dall’analisi effettuata dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) su 3000 città. Maggiormente colpite, dati OMS, i livelli di particelle ultrafini inferiori a 2,5 micron (PM2,5) sono più alti in India, che ha 16 delle 30 città più inquinate del mondo. La Cina ha migliorato la sua qualità dell’aria a partire dal 2011 e ora ha solo 5 città nella top 30, mentre il Pakistan e l’Iran ne hanno nove. La città più inquinata al mondo è Onitsha, un porto in rapida crescita in Nigeria, che ha registrato livelli di circa 600 microgrammi per metro cubo di PM10, 30 volte superiori rispetto ai 20 raccomandati. Muonio, in Finlandia, è invece la città con l’aria più pulita. L’aumento dell’inquinamento dell’aria nei centri urbani rappresenta un’emergenza per la salute pubblica, prospettando costi sanitari elevati per la società in futuro, soprattutto nelle città a basso reddito, dove è maggiore lo smog dovuto ai trasporti, all’industria, ai cantieri edili e all’agricoltura. L’inquinamento nelle città provoca 3 milioni di morti l’anno, più della malaria e dell’HIV, e il bilancio è destinato a raddoppiare entro il 2050. Secondo l’ONU, gli inquinanti atmosferici, come solfati e nitrati, penetrano in profondità nei polmoni e nel sistema cardiovascolare, provocando elevati rischi per la popolazione, soprattutto per bambini, anziani e poveri. L’abbassamento della qualità dell’aria è causa di ictus, cancro ai polmoni, malattie cardiache e respiratorie, croniche o acute, come l’asma. Alcuni dati sull’inquinamento delle città sono però incoraggianti: più della metà delle città monitorate nei paesi ad alto reddito e più di un terzo in paesi a basso e medio reddito, hanno ridotto i loro livelli di inquinamento atmosferico di oltre il 5% in cinque anni. Dai dati forniti dalle agenzie che si occupano del monitoraggio della qualità dell’aria (Arpa e Appa), gli enti locali elaborano i vari provvedimenti previsti dalle normative europee, nazionali e regionali per frenare l’inquinamento atmosferico. Altrimenti si può consultare anche MonIqa, un sistema che mette a disposizione dati aggiornati giornalmente sulla qualità dell’aria in tutto il paese, realizzato dall’Università di Pisa.