Il turismo ai tempi del Covid 19

Il turismo ai tempi del Covid 19

20 Agosto 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

L’economia del turismo è stata pesantemente colpita dalla pandemia di coronavirus (COVID-19) e dalle misure che sono state introdotte per contenerne la diffusione.

A seconda della durata della crisi, gli scenari individuati indicano che il potenziale shock dovuto al calo dell’economia turistica internazionale nel 2020 potrebbe oscillare tra il 60 e l’80%. Oltre alle misure immediate a sostegno del settore del turismo, l’attenzione dei Paesi si sta spostando anche verso lo sviluppo di interventi per favorire la ripresa, tra cui la cancellazione delle restrizioni ai viaggi, il ripristino della fiducia dei viaggiatori e il ripensamento del settore turistico per il futuro. La pandemia di coronavirus (COVID-19) ha innescato una crisi senza precedenti nell’economia del turismo, dovuta all’immediato e forte shock che ha investito il settore.

Le stime rivedute dell’OCSE sull’impatto del COVID-19 indicano un calo del 60% del turismo internazionale nel 2020. Questo potrebbe salire all’80% se la ripresa sarà rinviata a dicembre. Il turismo internazionale, all’interno di specifiche regioni geografiche (ad esempio nell’Unione Europea), dovrebbe registrare per primo una ripresa economica. Il turismo interno, che rappresenta circa il 75% dell’economia turistica dei Paesi OCSE, dovrebbe riprendersi più rapidamente.

Questo costituisce la principale opportunità per guidare la ripresa, in particolare in Paesi, regioni e città dove il settore rappresenta una parte significativa del mercato del lavoro e delle imprese. L’impatto della crisi si fa sentire in tutto l’ecosistema turistico e la riapertura delle destinazioni richiederà un approccio congiunto. Le imprese e i lavoratori del turismo stanno beneficiando di pacchetti di stimolo a livello economico e molti Governi stanno anche introducendo misure specifiche per il turismo.

I Governi e l’industria stanno concentrando i loro sforzi sulle seguenti azioni:

– Cancellare le restrizioni di viaggio e lavorare con le aziende per accedere alle misure di sostegno alla liquidità, applicare nuovi protocolli sanitari per viaggiare in sicurezza e contribuire a diversificare i mercati.

– Ristabilire la fiducia dei viaggiatori e stimolare la domanda attraverso nuove narrazioni del settore, più sicure e semplici, , app informative per i visitatori e campagne di promozione del turismo interno.
– Preparare piani globali di ripresa del turismo per ricostruire l’immagine delle destinazioni, incoraggiare l’innovazione e gli investimenti e ripensare il settore del turismo.

Questi interventi sono essenziali, ma per far ripartire con successo l’economia del turismo e far funzionare le imprese occorre fare di più e in modo coordinato, poiché i servizi turistici sono molto interdipendenti.

L’industria dei viaggi e del turismo e i Governi dovrebbero continuare a rafforzare i loro meccanismi di coordinamento per sostenere le imprese, in particolare quelle più piccole, e i lavoratori. Particolare attenzione dovrebbe essere data anche alle destinazioni più sensibili/vulnerabili nella fase di ripresa. Guardando avanti, le misure messe in atto oggi daranno forma al turismo di domani. I Governi devono già adesso considerare le implicazioni a lungo termine della crisi, stando all’avanguardia rispetto alle evoluzioni digitali, sostenendo la transizione verso basse emissioni di carbonio e promuovendo la trasformazione strutturale necessaria per costruire un’economia del turismo più forte, sostenibile e resiliente.

La crisi è un’opportunità per ripensare il turismo per il futuro. Il turismo è una parte significativa di molte economie nazionali. Per questo motivo il forte e rapido shock che ha investito il settore del turismo dovuto alla pandemia di coronavirus sta colpendo l’economia nella sua interezza. Mentre i Governi di tutto il mondo hanno introdotto misure senza precedenti per contenere il virus, le restrizioni sui viaggi, sulle operazioni commerciali e sulle interazioni interpersonali hanno significato una battuta d’arresto per l’economia del turismo. Molti Paesi stanno ora entrando in una nuova fase di lotta contro il virus, gestendo al contempo la riapertura dell’economia del turismo. Si tratta di un compito complesso e impegnativo, così come quello di quantificare l’impatto sull’economia del turismo.

Dopo cinque mesi di crisi la situazione continua ad evolversi e le prospettive rimangono incerte. Si stima che la ripresa inizierà più tardi e sarà più lenta del previsto. Le restrizioni sui viaggi e le misure di contenimento resteranno probabilmente in vigore più a lungo e si prevede che verranno rimosse gradualmente, con la possibilità di un’inversione di tendenza in caso di nuove ondate. Anche quando le catene di fornitura del turismo ricominceranno a funzionare i nuovi protocolli sanitari faranno sì che le imprese operino con una capacità limitata. Anche la ripresa della domanda richiederà un certo tempo date le conseguenze interconnesse della crisi economica e sanitaria e la progressiva eliminazione delle restrizioni sui viaggi, mentre la fiducia dei consumatori e il comportamento dei viaggiatori subiranno un impatto più profondo con il protrarsi della pandemia. Ciò avrà implicazioni a catena per molte economie nazionali. Gli scenari rivisti indicano che lo shock che ne deriva potrebbe equivalere a un calo del 60-80%1 dell’economia turistica internazionale nel 2020 a seconda della durata della crisi e della velocità di ripresa dei viaggi e del turismo. Mantenendo come riferimento che i flussi turistici sono rimasti fortemente limitati fino a giugno, queste stime si basano sulla revisione di due precedenti scenari di arrivi turistici internazionali per l’area OCSE, integrati da un terzo scenario che vedrebbe un’eventuale significativa ripresa sostanzialmente rinviata al 2021:

Scenario 1: Gli arrivi turistici internazionali cominciano a riprendersi a luglio, e si rafforzano progressivamente nella seconda metà dell’anno, ma ad un ritmo più lento del previsto (-60%).

Scenario 2: Gli arrivi turistici internazionali cominciano a recuperare a settembre, per poi rafforzarsi progressivamente nell’ultimo trimestre dell’anno, ma ad un ritmo più lento del previsto (-75%).

Scenario 3: Gli arrivi di turisti internazionali iniziano a riprendersi a dicembre, sulla base di una limitata ripresa del turismo internazionale prima della fine dell’anno (-80%).

Sul breve termine l’aspettativa è che sia il turismo interno ad offrire la principale opportunità per avviare la ripresa e sostenere il settore turistico. L’economia del turismo interno è significativa e rappresenta circa il 75% dell’economia turistica totale dei Paesi OCSE. La crisi sta inoltre evidenziando le carenze nella disponibilità di dati tempestivi e comparabili a supporto della politica e del processo decisionale aziendale in situazioni in rapida evoluzione. In questo contesto alcuni Paesi hanno stabilito strumenti per condividere informazioni e dati aggiornati con le imprese. La Germania ad esempio ha creato una pagina web che mappa ogni giorno le aspettative delle imprese del settore turistico e fornisce aggiornamenti quotidiani dai sondaggi sullo stato d’animo del settore. Turismo de Portugal ha invece riorientato il proprio lavoro per raccogliere e fornire alle aziende informazioni settimanali di mercato e sta sviluppando contenuti digitali per gli operatori nazionali su ogni mercato. La pandemia sta avendo un impatto anche sulla raccolta di dati sul turismo durante la crisi poiché le fonti di dati e i metodi di raccolta abituali potrebbero non essere disponibili (ad esempio, nessuna indagine sui visitatori alle frontiere, o dati forniti da fornitori di alloggi chiusi e da altre imprese turistiche). Ciò ha implicazioni sull’affidabilità delle statistiche ufficiali sul turismo, una volta che saranno disponibili, e richiederà il ricorso a stime eventualmente affidandosi a fonti alternative di dati. In alcuni Paesi sono già in corso iniziative del genere. Inoltre si trovano in fasi diverse della gestione della crisi COVID-19. Mentre alcuni Paesi stanno adeguando le politiche per affrontare le carenze e i bisogni delle imprese turistiche, altri sono consapevoli della necessità di iniziare a preparare piani globali di ripresa del turismo. Mentre negli ultimi mesi l’attenzione si è giustamente concentrata sulla protezione dei lavoratori e dei visitatori e sul sostegno alla sopravvivenza delle imprese, i responsabili politici stanno anche considerando le implicazioni a lungo termine della crisi sul settore e la trasformazione strutturale che sarà necessaria per costruire un’economia del turismo più forte, sostenibile e resistente in futuro. All’indomani della risposta immediata alla crisi i temi della transizione ecologica e della trasformazione digitale diventeranno centrali e i provvedimenti dei decisori politici avranno un ruolo importante nel dare forma al settore turistico nel contesto post-COVID-19. Al di là delle risposte necessarie per l’immediato, i responsabili politici dovranno trarre insegnamento della crisi COVID-19 per migliorare le strategie di gestione delle crisi e preparare meglio le destinazioni e il settore nella sua interezza a rispondere efficacemente a futuri shock. Con l’evolversi della situazione i Paesi stanno decentrando risorse per garantire una rapida ripresa dopo la crisi. Mentre i piani di ripresa sono in fase di preparazione i Paesi hanno identificato le seguenti aree come priorità e sfide fondamentali:
Ripensare il settore del turismo. La crisi rappresenta un’opportunità per ripensare il sistema turistico per un futuro più sostenibile e resiliente. Saranno necessarie politiche per affrontare i problemi strutturali del settore, evitare che si ripropongano criticità circa la gestione del turismo (ad esempio il turismo di massa) e far avanzare le priorità chiave come incoraggiare nuovi modelli di business, l’adozione della digitalizzazione e la promozione della connettività. Quest’ultima sarà di fondamentale importanza in uno scenario post-crisi in cui il distanziamento sociale sarà ancora presente e i turisti guarderanno verso destinazioni meno affollate. La sostenibilità dovrebbe essere un principio guida nella fase di ripresa anche con l’obiettivo di limitare il turismo come vettore di pandemia (ad esempio le questioni relative alla gestione dei rifiuti).

Ripristinare le destinazioni e il sistema turistico. Le misure di sostegno e a favore della ripresa devono considerare tutti i rami del settore che compongono l’esperienza turistica. L’accessibilità, la connettività e i trasporti devono essere in cima all’agenda, così come le strutture ricettive, i ristoranti, i resort, gli eventi, le associazioni di viaggio, le agenzie di viaggi tecnologiche, i tour operator e le associazioni turistiche. Tutto il lavoro fatto nel corso di molti anni per sviluppare destinazioni forti e dinamiche è stato cancellato velocemente, e la ricostruzione sarà una sfida imprescindibile per sostenere le economie locali.

Innovare e investire nel turismo. I Governi devono garantire che il settore sia pronto a riprendere e continuare a innovarsi e a trasformarsi. Inoltre saranno necessari investimenti per apportare cambiamenti strutturali e fisici e adempiere alle esigenze sanitarie e alle aspettative dei visitatori nella prima fase di ripresa e nel lungo periodo. Alcuni Paesi hanno anche attuato misure di sostegno all’innovazione nelle PMI per garantire una maggiore resilienza economica sul lungo termine. Anche le imprese e le destinazioni turistiche dovranno adeguare la loro offerta per rispondere ai mutati comportamenti di viaggio.

di Emanuela Di Rauso