Rapporto carceri metà anno: presenze al Meridione in calo
10 Agosto 2020Le presenze in carcere, a fine luglio, si attestano a 53.619 unità, a seguito delle misure adottate in marzo con il decreto Cura Italia nella fase di emergenza Covid-19, e il tasso di affollamento ufficiale si ferma per ora al 106,1% (era del 119,4% un anno fa); ma in ben 24 istituti supera ancora il 140% ed in 3 si supera il 170% (Taranto con il 177,8%, Larino con il 178,9%, Latina con il 197,4%). Questo quanto emerso dal rapporto di metà anno sulle carceri dell’associazione Antigone, la quale rileva che il reale tasso di affollamento nazionale è superiore a quello ufficiale in quanto alcune migliaia di posti letto non sono attualmente disponibili a causa della chiusura dei relativi reparti. In un anno le presenze sono calate in media dell’11,7% ma il dato a livello regionale è molto disomogeneo: -19,8% in Emilia-Romagna, -15,2% in Campania, -13,9% in Lombardia, -11,0% in Piemonte, -7,4% in Sicilia, -7,3% in Veneto. Le Marche sono l’unica regione in Italia in cui la popolazione detenuta è nell’ultimo anno aumentata, con una crescita dell’1,1%.
I primi cinque istituti per percentuale di stranieri sono due case di reclusione sarde, Arbus Is Arenas, dove l’81,9% dei detenuti è di nazionalità non italiana, e Onanì, dove gli stranieri rappresentano l’81,3% del totale dei reclusi. A seguire le case circondariali di Aosta (68,8%), Padova (67,4%) e Bolzano (67%). Le cinque regioni con la più alta presenza in percentuale di stranieri detenuti negli istituti penitenziari sono la Valle d’Aosta (68,8%), il Trentino Alto Adige (63,6%), la Liguria (54%), il Veneto (53,2%) e la Toscana (49,7%). Sono comunque ben sopra la media nazionale (al 32,7% il 30 giugno 2020) l’Emilia-Romagna (49%), la Lombardia (43,4%), il Friuli Venezia Giulia (41,7%) e il Piemonte (40,4%). Ben al di sotto della media nazionale la Campania (14,1%), la Calabria (19,2%), l’Abruzzo (18,4%), la Sicilia (17,9%), la Puglia (13,7%) e la Basilicata (11,7%). Per quanto riguarda gli uomini, le cinque nazioni straniere più rappresentate sono (le percentuali sono da riferirsi sul totale dei detenuti non italiani) il Marocco (18,6%), la Romania (12%), l’Albania (11,9%), la Tunisia (10%), la Nigeria (8,5%). Discorso diverso per le donne straniere che rappresentano il 35,5% delle donne recluse al 30 giugno: al primo posto la Romania, con il 23% di recluse sul totale delle straniere, poi la Nigeria (19,4%), la Bosnia-Erzegovina (4,8%), il Marocco (4,6%) e il Brasile (4,3%).