Livelli istruzione e ritorni occupazionali: gli allarmanti dati Istat 2019

Livelli istruzione e ritorni occupazionali: gli allarmanti dati Istat 2019

23 Luglio 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

I dati Istat sui “Livelli di istruzione e ritorni occupazionali” del 2019 ci restituiscono una pessima fotografia della situazione nazionale.

Il 62,2% delle persone tra i 25 e i 64 anni in Italia ha almeno il diploma, a fronte di una media Ue il 78,7%. “Un titolo di studio secondario superiore è il principale indicatore del livello di istruzione di un Paese. Il diploma – spiega il report- è considerato, infatti, il livello di formazione indispensabile per partecipare con potenziale di crescita individuale al mercato del lavoro”. I dati non migliorano parlando di lauree, con un il 19,6% di laureati contro il 33,2% dell’Ue.
Andando a dispiegare i dati, notiamo un livello di istruzione femminile alquanto maggiore di quello maschile, come in Spagna. Di fatti, due terzi sono diplomate (il 64,5%, gli uomini il 59,8%), mentre le laureate sono il 22,4% contro il 16,8% degli uomini.
Ciononostante, nel mercato occupazionale il tasso di impiego femminile è molto più basso di quello maschile (56,1% contro 76,8%); si evidenzia un divario di genere più marcato rispetto alla media Ue e agli altri grandi Paesi europei.
Lo scorso anno il tasso di occupazione italiano tra i laureati di 25-64 anni è stato di quasi 30 punti (28,6) più elevato di quello registrato tra chi ha conseguito al massimo un titolo secondario inferiore. Il risultato deriva dalla somma del vantaggio occupazionale (pari a 18,6 punti) di chi ha un titolo secondario superiore rispetto a chi ha un titolo secondario inferiore e di quello (10,0 punti) di chi ha un titolo di studio terziario rispetto a chi ha un secondario superiore (le differenze in media Ue sono rispettivamente 19,6 e 9,4 punti). Inoltre, se per la popolazione laureata il tasso di occupazione già dal 2018 ha superato il valore del 2008, anno in cui la crisi economica mondiale ha preso il via, per la popolazione diplomata il tasso del 2019 è ancora di circa 3 punti percentuali inferiore, registrando la maggior perdita di posti di lavoro durante la crisi e la ripresa più debole. Il vantaggio occupazionale della laurea rispetto al diploma è dunque in aumento.
La popolazione residente nel Mezzogiorno è meno istruita rispetto a quella nel Centro-nord: poco più della metà degli adulti ( il 54%) ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore e neanche uno su sei ha raggiunto un titolo terziario Le differenze territoriali nei livelli di istruzione persistono, a prescindere dal genere. Nel Mezzogiorno, i vantaggi occupazionali dell’istruzione sono però maggiori rispetto al Centro-nord; per esempio le donne residenti nel Mezzogiorno che raggiungono un titolo terziario aumentano considerevolmente la loro partecipazione al mercato del lavoro e riducono il divario con gli uomini e con le donne del Centro-nord. Ciononostante, i tassi di occupazione nel Mezzogiorno restano molto più bassi che nel resto del Paese e quelli di disoccupazione molto più alti, anche tra chi ha un titolo di studio elevato.
Infine, il 35,4% di giovani fra i 18 e i 24 anni abbandonano precocemente gli studi.

Di Francesco Mazzariello