Fondi orfani per reati violenti: approvato il regolamento
17 Luglio 2020Operativo il “Regolamento recante l’erogazione di misure di sostegno agli orfani di crimini domestici e di reati di genere e alle famiglie affidatarie”, che stabilisce i criteri di erogazione degli indennizzi stanziati dal ‘Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime di reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell’usura e dei reati intenzionali violenti nonché agli orfani per crimini domestici’.
Il Regolamento prevede i criteri di ripartizione dei fondi stanziati per l’erogazione di borse di studio, per iniziative funzionali all’inserimento nell’attività lavorativa, per aiuti economici in favore delle famiglie affidatarie e per le spese mediche e assistenziali.
Gli importi del Fondo a favore degli orfani erano stati da ultimo aumentati con il decreto interministeriale del 22 novembre 2019, firmato dal Ministero della Giustizia, Ministero dell’Interno e Ministero dell’Economia e delle Finanze. Gli indennizzi per gli orfani e i coniugi delle vittime di omicidio sono passati da 7.200 a 50mila euro, e per gli orfani di genitore ucciso dal coniuge da 8.200 a 60mila euro. Inoltre, gli indennizzi destinati alle spese mediche sono stati portati a 10mila euro.
“Già nella scorsa legislatura, e in occasione della prima legge di bilancio approvata dal governo Conte I, ci siamo impegnati perchè venisse rivolta la giusta attenzione agli orfani la cui realtà quotidiana viene totalmente stravolta da un gesto efferato. Finalmente anche queste vittime potranno ricevere maggiore tutela”, spiega il sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi. “Inoltre, nel 2020, sempre sulla base del decreto dello scorso 22 novembre, sono già stati erogati indennizzi per 1,6 milioni di euro alle vittime dirette di reati intenzionali violenti, con i nuovi importi. Un risultato di cui andiamo orgogliosi. Continueremo a essere vicini a coloro che subiscono abusi e ai loro figli, con la ferma volontà di assisterli sia nella prevenzione che nella ricostruzione delle loro vite, dopo aver subito il reato”.