Lo studio delle strategie d’azienda: la storia della 500

Lo studio delle strategie d’azienda: la storia della 500

7 Giugno 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

Tutti conoscono la Fiat 500 ma forse solo in pochi conoscono le sue origini. Tutto iniziò nel mese di luglio del 1957 quando la Fiat presentò la 500, una piccolissima utilitaria con un motore a due cilindri e dalla velocità massima di 85 chilometri orari. Erano passati solo due anni dall’uscita della 600 e il lancio di un modello più o meno analogo a quello precedente era parso a molti insensato, in quanto si pensava che avrebbe finito per far concorrenza all’altro.

Ma il dirigente della FIAT Valletta non ha voluto sentire ragione soprattutto dopo che il prezzo della benzina era aumentato per via della crisi di Suez, mise fretta ai suoi collaboratori perché producessero al più presto una super utilitaria che consumasse il meno possibile. Infine, venne realizzato un modello con un padiglione più sostenuto rispetto alla versione iniziale, con una panchetta posteriore senza imbottitura, con vetri fissi e le ruote prive di coppe. In compenso si trattava di una macchina dai consumi e dai costi d’esercizio ridotti all’osso, e con un’eccellente tenuta di strada.

Peraltro, l’uscita della nuova utilitaria si risolse sulla prime in un grosso insuccesso. Non già perché quell’auto era minuscola, ma perché troppo modesta era la potenza del motore, di soli 13CV; non aveva un vero e proprio sedile nella parte posteriore, e mancava di qualsiasi accessorio. Si dovette correre in fretta ai ripari, per presentare una nuova versione, che fosse più gradita al pubblico, ai primi di novembre al salone dell’auto. Successivamente però la vettura che usci incontrò il favore del pubblico, in quanto il motore risultava potenziato, in modo da consentire una velocità più alta e una ripresa meno asmatica, ed erano stati introdotti dei miglioramenti tali da rendere la macchina meno povera e più confortevole.

Nel pieno del miracolo economico italiano la Fiat 500, o meglio la Nuova 500 così chiamata per distinguerla dalla precedente sebbene più conosciuta come Topolino, in un sol colpo contribuì alla motorizzazione di massa in Italia e, di fatto, aprì il filone dei citycar. Fu necessario però ritoccare il prezzo di listino, portandolo a 217 euro – 13 euro in più della prima edizione. In realtà, per quanto fosse stata concepita e realizzata per milioni d’acquirenti, non era ancora alla portata di tutti: mezzo milione di lire rappresentavano quasi dieci volte il salario di un operaio di prima categoria e sei volte lo stipendio di un impiegato statale. Valletta decise così l’anno dopo di ridurre il prezzo della versione base a 204 euro e della successiva a 225 euro, e di abbassarlo ulteriormente, a seconda di come fossero andate le cose. In realtà non ci volle molto, non più di sei-sette mesi, per vincere la scommessa, anche se la marcia trionfale della 500 (quella che porterà la sua produzione a superare entro il 1975 la cifra di quattro milioni di esemplari) cominciò in pieno a partire dal 1960. Ma già nel biennio precedente, grazie al successo della nuova vettura, la Fiat aveva compiuto un autentico balzo, passando da poco più di 300.000 unità prodotte a 425.000. E nel frattempo era comparsa sul mercato anche la Bianchina, un’altra vettura di piccolissime dimensioni, costruita dall’Autobianchi, la società che Valletta aveva creato due anni prima di concerto con Leopoldo Pirelli e Edoardo Bianchi. Nel 1993 la Fiat accoglie il gruppo Maserati e mette in commercio la Multipla che viene tanto criticata. In quegli anni oramai l’azienda gode di più di 220mila dipendenti.

Negli anni duemila invece la crisi economica colpisce anche l’azienda, che decide di fare un’alleanza con General Motors, che però si conclude poco dopo. Alla morte di Gianni e Umberto Agnelli la situazione diventa complicata. Luca Cordero di Montezemolo diventa presidente, mentre Sergio Marchionne amministratore delegato. Qualche anno dopo Montezemolo viene sostituto da John Elkann e Marchionne riesce a far superare la crisi economica all’azienda e a trasformare il gruppo nel settimo gruppo automobilistico mondiale grazie all’accordo con Chrysler. Il 29 gennaio del 2014, quindi, nasce la FCA (Fiat Chrysler Automobiles). Anche dopo la morte di Sergio Marchionne il futuro della Fiat non sembra prevedere altre crisi. L’azienda ha deciso di stanziare 45 miliardi di euro di investimenti, 9 dei quali dedicati all’elettrificazione per 29 nuovi modelli (compresa la Jeep e la 500), l’abbandono del Diesel, l’azzeramento del debito e la produzione di nuovi modelli nel 2007 è nuovamente affidata ai numeri per la generazione formalmente ispirata alla madre di tutte le 500 che, successivamente, ha originato l’attuale famiglia che sconfina anche nei territori delle monovolume con la 500L e dei crossover con la 500X. Uno schieramento che, oggi, permette alla stirpe della 500 di potere vantare una produzione complessiva che s’avvicina ai 6 milioni di unità.

di Emanuela Di Rauso