Un anno e mezzo di Reddito di Cittadinanza: ecco i numeri

Un anno e mezzo di Reddito di Cittadinanza: ecco i numeri

5 Giugno 2020 0 Di Alessandro Mazzaro

A distanza di un anno e mezzo dall’istituzione del Reddito di Cittadinanza, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha disaminato i numeri: «Sono oltre un milione gli attuali nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza, corrispondenti a circa 2,5 milioni di persone. In 65 mila hanno stipulato un contratto di lavoro» spiega.

La misura è finora costata 5 miliardi di euro; ad aprile l’importo medio erogato era di €554. «Al 29 febbraio risultavano essere stati convocati nei centri per l’impiego 622.810 beneficiari. Quelli che hanno sottoscritto il patto di lavoro e il patto di servizio sono 316 mila» prosegue. Nello specifico, meno di ventimila hanno firmato un contratto a tempo indeterminato. I quasi 30 mila navigator hanno contribuito a far assumere 20 sussidiati ciascuno, a fronte dei 500 milioni spesi per ingaggiarli.

Inoltre i centri per l’impiego, bloccati a causa dell’emergenza Covid-19, dovrebbero tornare operativi non prima di settembre. Il decreto Rilancio ha esteso per altri due mesi la sospensione del requisito della condizionalità per i beneficiari del reddito di cittadinanza; non saranno perciò obbligati a presentarsi nei Cpi.

La ministra Catalfo ha evidenziato che gli usufruenti del reddito che si sono recati nei Cpi alla prima convocazione per un colloquio di lavoro sono stati 500.541, di cui 74.230 esonerati e 17.563 rinviati ai Comuni per percorsi di inclusione sociale.

In Campania i beneficiari in grado di lavorare sono più di 200 mila, circa 180 mila in Sicilia e più di 50 mila nel Lazio.
Secondo i dati Anpal il 61,8% dei contratti sottoscritti è a tempo determinato, il 18,3% a tempo indeterminato, e un 20% restante diviso fra somministrazione e collaborazioni e altri contratti. La Corte dei Conti, che nell’ultimo rapporto sul coordinamento della finanza pubblica ha bocciato la manovra, sottolineando la lentezza delle convocazioni nei centri per l’impiego; stando ai calcoli della Corte, il 58% dei beneficiari potenzialmente attivabili si era recato nei Cpi.